Il prof Cardini stavolta si è arrabbiato e sul serio. Ha scritto su Avvenire un articolo infuocato contro Ken Follett reo di falsificare la storia del Medioevo e secondo me ha ragione (il prof. Cardini s’intende!). L’ultimo libro di Follett (Mondo senza fine) sarebbe pieno zeppo di castronerie sulle solite colpe della Chiesa, l’oscurantismo, la superstizione…e bla bla bla. E noi che invece che abbiamo studiato a lungo il Medioevo dai libri di Cardini, da quelli di Pirenne, di Le Goff e di Duby sappiamo che quel tempo, vera alba d’Europa, fu ben altro che le cupe e tetre atmosfere de Il nome della Rosa. E ha anche ragione a citarsi addosso, il prof. Cardini, perché come storico del Medioevo lo battono in pochi e i suoi libri sulla guerra e sulla cavalleria, così come quelli su S. Francesco e il Tamerlano li abbiamo divorati con vera passione.
Insomma il prof. Cardini stavolta è encomiabile nel tentativo di confutare i luoghi comuni e i tentativi furbetti di manipolare la verità storica a proprio uso e consumo. E soprattutto basta con quest’attacco alla Chiesa; come dice il prof. Cardini “la Chiesa inventata dal Follett nel suo ultimo romanzo (…) è una cosca di profittatori, di ladri, di sfruttatori e di violentatori”. Più o meno come l’America che il prof. Cardini racconta in quei cessi di libri che scrive con Giulietto Chiesa sull’11 settembre. E quando parla, e giustamente, “di un bouquet di sciocchezze, di banalità, di errori e di bugie” noi siamo con lui anche se non capiamo bene di quale libro parla, se di questo… o di questo.
L’occhio della storia a volte riserva brutte sorprese per questo bisogna maneggiarla con cura. E il prof. Cardini ha ragione a dire che ognuno deve fare il suo mestiere: e allora i romanzieri scrivano i romanzi e non rompano le balle con le ricostruzioni immaginarie del Medioevo. I medievisti scrivano libri sul medioevo e non rompano le balle con le tesi complottiste degne dei “Protocolli dei Savi di Sion”. Insomma Ken Follett la smetta di credersi il prof. Cardini e il prof. Cardini la smetta di credersi Ahmadinejad.

Immagine: Maurits Escher, L’occhio, 1946